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J.S.Bach, OBOENWERKE, volume 1, Luca Rossetto Casel
February 2008, "Musica", Italy


J.S.Bach
OBOENWERKE, volume 1
ALEXEI UTKIN / HERMITAGE CHAMBER ORCHESTRA

CM 0032003


L’adozione della forma di triosonata costituisce il tratto distintivo accomunante le composizioni raccolte nel secondo volume della collana dedicata alla musica oboistica di Bach da Alexei Utkin e dai membri dell’Hermitage Chamber Orchestra. In linea di principio, restano valide, per questo disco, le considerazioni espresse in relazione a quello precedente (da me recensito sul n. 188 di MUSICA): in questo come nell’altro caso, ci si trova di fronte a letture che, pur effettuate con strumenti moderni, si rifanno sotto piu` aspetti alle linee guida della prassi esecutiva storicamente informata. La concertazione risulta, cos?`, sempre agile e tersa, i tempi improntati alla scorrevolezza, cos?` come il fraseggio, il cui modello di riferimento appare ravvisabile in un ideale vocale incline a privilegiare i valori della discorsivita`.
Comune alle due registrazioni e` anche l’introduzione, nei rispettivi programmi, di brani originariamente scritti per diversa destinazione strumentale, trascritti per l’occasione in versione oboistica dallo stesso Utkin. In questo caso, si tratta del Concerto per due violini, archi e continuo BWV 1043, qui presentato con oboe e violino. E` , invece, un caso differente quello della Sonata BWV 1030b, che – per posizione all’interno dell’incisione e, soprattutto, in virtu` della sua adesione al modello della sonata a tre, sotto il profilo estetico – rappresenta di fatto il cuore del programma: trattandosi, infatti, non di un arrangiamento della piu` nota composizione flautistica, bens?` della ricostruzione del brano, pervenuto in stato frammentario, dal quale questa ebbe a trarre le mosse.
Proprio la sonata mi pare particolarmente rimarchevole per l’interpretazione proposta. Per adeguarsi alle caratteristiche timbriche del cembalo impiegato, piu` morbido che squillante, incline al canto (lo si puo` ancora ammirare nel Concerto Italiano collocato in coda al disco come bonus), Utikin sceglie di adottare un suono piu` piccolo, dolce e trasparente, tale da consentire un equilibrio tra le parti altrimenti irrealizzabile, e attraverso il quale il brano rivela una vena di tenue malinconia.
Il libretto riporta un articolato scritto di Roman Nassonov, nel quale la storia delle composizioni eseguite e` accuratamente ricostruita. Una maggior chiarezza, invece, sarebbe stata auspicabile nella compilazione dell’elenco dei brani stessi, nel quale le identita` dei musicisti impegnati, di volta in volta, in ruoli di primo piano al fianco del solista risultano poco chiare.

Luca Rossetto Casel
Musica 193, febbrario 2008

 

 


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