«J.C.Bach. Selected Clavier Sonatas», «The Great Transcriptions». Luca Segalla J.C.Bach. Selected Clavier Sonatas L’etichetta russa Caro Mitis ha deciso di dedicare una parte del suo catalogo alla clavicembalista Olga Martynova, docente al Conservatorio di Mosca e alla scuola speciale Gnesin. Scelta azzeccata, perche ´ la Martynova, figura emergente del sempre piu` affollato panorama della musica barocca, mostra di possedere gusto, eleganza, virtuosismo e fantasia. Delle sonate di Johann Christian Bach riesce a cogliere la malinconica leggerezza, con un fraseggio vivace e mai scontato, a riprova che l’estetica dello stile galante, sempre a rischio di interpretazioni scolastiche, rivela tutto il suo fascino quando alla tastiera sieda un interprete attento a evitare facili simmetrie. Ottima e` anche la qualita` tecnica della registrazione e squillante e pulito il suono dello strumento utilizzato, una copia moderna di un clavicembalo parigino N. & Blanchet del 1730. La stessa eleganza malinconica si ritrova nel fraseggio delle trascrizioni di Silvius Leopold Weiss. E` un fraseggio ora commuovente per l’intensita` espressiva, in particolare nella Allemande e nella Sarabande, ora elettrizzante per la vitalita` ritmica e la vivacita` con la quale sono realizzati gli abbellimenti. Olga Martynova si disimpegna con abilita` anche nella trama contrappuntistica della Trio Sonata di Reincken arrangiata dal giovane Bach, come nelle piu` fragili tessiture dei Pie`ces de Clavecin che il violinista Francesco Geminiani, contemporaneo di Weiss e di Bach, ha ricavato dalle sue Sonate per violino op. 1. Interpretazioni affascinanti per l’equilibrio tra la brillantezza esecutiva e una naturale eleganza, in particolare nei movimenti rapidi. E affascinante e` anche il timbro piuttosto scuro del clavicembalo impiegato per questo secondo CD, uno strumento moderno, di modello francese, costruito dall’americano William Dowd negli anni ’70. L’ultimo CD e` anche il piu` curioso, fin dal titolo che parafrasa un celebre film di Woody Allen (Tutto quanto avreste voluto sapere sul clavicembalo, ma che non avete mai osato chiedere). Con un’operazione inversa a quella abituale Olga Martynova esegue al clavicembalo pagine composte per il pianoforte. I risultati sono singolari, soprattutto nei Preludi e Fughe di Shostakovich, composti per il pianoforte ma nello spirito del clavicembalo, che suonano straniati, non senza – si veda la Fuga in Re maggiore – una sottile ironia. Lasciano piu` perplessi le trascrizioni delle pagine di Schubert e di Schumann, non tanto per l’interpretazione della Martynova, assolutamente plausibile, quanto per i limiti di sonorita` dello strumento. Sorprendono, invece, gli Studi pianistici di Cramer che al clavicembalo lasciano trasparire con estrema chiarezza la loro tessitura polifonica e quasi finiscono per essere piu` stimolanti in questa insolita e bizzarra veste: in particolare lo Studio in Fa minore si trasforma sotto le mani della Martynova in un gioiello di eleganza e di brio. Molto interessanti, infine, le miniature tratte dall’Album per la gioventu` di Khachaturian, perche´ queste paginette stilizzate dal sapore popolare fanno sembrare il clavicembalo uno strumento moderno e non un retaggio del passato, quasi evocando sonorita` – e` questo il paradosso – da musica elettronica. Luca Segalla
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